mercoledì 8 settembre 2010

Birichino di un Assange

Avrete letto sicuramente in questi ultimi tempi la questione di Assange e delle accuse di stupro a lui rivolte e poi, a quanto sembra ritrattate, e poi di nuovo sotto analisi.
Per chi non sapesse chi è Julian Assange: Wikileaks è un'organizzazione internazionale che riceve documenti coperti da segreto e li pubblica sul proprio sito. Tali documenti vengono ricevuti da fonti coperte dall'anonimato.
Assange fa parte della direzione di Wikileaks

Il 22 agosto esce la notizia che verso Assange sarebbe stato spiccato un mandato di arresto a causa di accuse rivoltegli di stupro e di violenza sessuale, mandato di arresto che sarebbe stato poi ritirato, in quanto sarebbe necessario svolgere ulteriori indagini.
La notizia sarebbe partita da un tabloid svedese, Expressen e poi riportata, tra le altre, anche dalle principali testate italiane.
http://www.corriere.it/esteri/10_agosto_22/wikileaks-assagne-pentagono_e7d0b9a6-adee-11df-8e8b-00144f02aabe.shtml
http://www.repubblica.it/esteri/2010/08/22/news/assange_pentagono-6432266/

Vi volevo intanto far notare la differenza fra le due testate:
il Corriere riporta:
«Non ho nessuna idea di chi possano essere». Juliane Assange passa al contrattacco dopo le accuse che hanno spinto i procuratori svedesi a spiccare (e ritirare dopo poche ore) un mandato d'arresto per violenza sessuale nei suoi confronti.

Quindi, a giudicare dal Corriere ciò che è stato ritirato è il mandato di arresto.

Repubblica invece dice:
 "Non so chi vi sia dietro a queste accuse, ma sicuramente ci avevano detto che il Pentagono avrebbe cercato di usate sporchi trucchi per distruggerci". Così Julian Assange ventila, in modo neanche tanto velato, l'ipotesi che vi possa essere il Pentagono dietro alla vicenda delle accuse prima mosse, e poi ritirate...

Leggendo Repubblica invece sembra che le siano state ritirate la accuse da parte delle due donne.
In verità le accuse non sono state ritirate in quanto era necessario effettuare accertamenti sulla fondatezza della accuse, come faremo notare più avanti.

Assange, fin dall'inizio, non ha esitato ad additare il Pentagono, reo, secondo Assange, di avere ordito l'assalto in seguito ai documenti pubblicati sulla guerra in Afghanistan.
Vediamo cosa aveva detto appena gli erano state mosse le accuse:
"Non so chi vi sia dietro a queste accuse, ma sicuramente ci avevano detto che il Pentagono avrebbe cercato di usate sporchi trucchi per distruggerci". 
E ancora:
Assange, che si trova nella casa di un amico nel nord della Svezia e che intende rimanere nel Paese finché la vicenda non sarà del tutto chiarita, punta poi il dito proprio contro il Pentagono: «Ci avevano detto che avrebbe cercato di usate sporchi trucchi per distruggerci». 

Non si sa bene chi gli aveva detto che il Pentagono avrebbe usato sporchi trucchi.

Il 7 settembre compare una nuova notizia sulla vicenda:
http://www.corriere.it/cronache/10_settembre_07/wikileaks-maretta-elvira-pollina_f3d6f2b2-ba99-11df-a688-00144f02aabe.shtml
Vediamo alcune parti dell'articolo:
Una parte dei membri che contribuiscono al funzionamento della macchina del sito ha scaricato il suo portavoce, l'australiano Julian Assange, fondatore, volto e mente dell'organizzazione, accusato di stupro in Svezia. Accuse che Assange si è limitato a liquidare come frutto di una torbida manovra del Pentagono per screditarlo

L'articolo continua così:
 Birgitta Jonsdottir, attivista di WikiLeaks nonché membro del Parlamento islandese, in un'intervista al Daily Beast , si è fatta interprete dei malumori di una parte dei collaboratori del sito, e ha chiesto ad Assange di fare un passo indietro, lasciando l'incarico di portavoce.  

Vengono menzionate alcune dichiarazioni di Birgitta Jonsdottir, attivista di Wikileaks e membro del parlamento islandese nonché amica di Assange:
«Non sono arrabbiata con Julian ma la situazione gli è chiaramente sfuggita di mano» ha osservato. «Queste sono questioni private che non hanno nulla a che vedere con WikiLeaks. Gli ho chiesto con forza di concentrarsi sui suoi problemi giudiziari e di lasciare che sia qualcun altro a portare avanti la nostra causa». La Jonsdottir non usa mezzi termini. «Qualcuno doveva dirlo, non importa se verrò estromessa per questo. Quello che m'interessa è WikiLeaks e io mi considero un'amica di Julian. Ma i buoni amici sono le persone che hanno il coraggio di dirti se la tua faccia è sporca. 

Poi Birgitta Jonsdottir rincara la dose:
La Jonsdottir, che conosce lo svedese, dice di aver letto documenti e articoli di stampa ma di non aver trovato traccia di alcun complotto. «Non c'è nessuna ragione per dubitare – o essere certi - della sincerità delle due donne che hanno mosso le accuse nei confronti di Assange» ha affermato, ribadendo di voler essere neutrale senza voler sminuire la gravità di quanto denunciato. Ma un'idea sulla vicenda se l'è fatta: a suo avviso, le accuse potrebbero essere il frutto di un malinteso culturale all'interno di quello che sembra essere «un classico triangolo amoroso». «Julian – ha concluso la parlamentare islandese – sa essere brillante in molti modi, ma non ha grande capacità di relazione ed è il tipico australiano un po' maschilista».  

Infine l'articolo si conclude così:
Un altro attivista di WikiLeaks, che ha parlato sotto la condizione dell'anonimato, ha fatto sapere che nelle ultime settimane Assange ha resistito a diversi tentativi messi in atto all'interno del sito affinché lasciasse i suoi incarichi a seguito delle indagini. Una protesta che sarebbe culminata, pochi giorni fa, con una sorta di sciopero, che ha comportato il blocco dell'operatività del sito, ufficialmente per ragioni tecniche. «Era un modo per spingere Julian a ripensare la situazione: i nostri tecnici gli hanno mandato un messaggio».

Il giorno dopo Repubblica pubblica un articolo piuttosto diverso, dove, stranamente, Birgitta Jonsdottir non viene nemmeno menzionata, così come nulla viene menzionato della proteste interne all'organizzazione.
Vediamo cosa dice l'articolo:
Sono state due donne, il 20 agosto, ad accusare Assange, l'una di stupro, Anna Ardin, e l'altra di aggressione sessuale. All'Afp, Assange ha ammesso di aver incontrato le due donne ma si è rifiutato di dire se aveva avuto rapporti intimi con loro, sottolineando che si tratta di "un affare privato". "E' chiaramente un caso montato da persone implicate e da Expressen"
L'articolo si conclude così:
L'australiano si è mostrato prudente quanto ad un eventuale implicazione americana...
Quindi il tenore dei due articoli, del Corriere e della Repubblica, sono ben diversi.
Mentre Corriere ha calcato la mano su come le persone più vicine ad Assange non concordino con il comportamento tenuto dall'australiano e su come Birgitta Jonsdottir non si senta di escludere che le accuse rivolte ad Assange possano essere fondate, Repubblica non menziona nulla di quello ma si limita a riportare le affermazioni di Assange, dove, al contrario di quanto detto all'inizio, "si è mostrato prudente" dal valutare un'implicazione americana nella vicenda.

Oltretutto, lo stesso Assange afferma "di aver incontrato le due donne (che lo hanno accusato, NdG) ma si è rifiutato di dire se aveva avuto rapporti intimi con loro, sottolineando che si tratta di "un affare privato".

Ricapitolando, senza nulla togliere all'ottimo lavoro di Wikileaks nel mostrare materiale di cui nessuno altrimenti sarebbe venuto a conoscenza:

  • Assange ora è molto più prudente e non accusa più il Pentagono.
  • Ammette di aver incontrato le due donne che lo hanno accusato.
  • Le persone vicine a lui prendono le distanze da Assange e lo esortano a ritornare sui suoi passi.


La mia impressione è che Assange l'abbia voluta sparare grossa accusando il Pentagono, non avendo nulla in mano per poterlo fare. Inoltre, chi più di lui può recuperare materiale che provi che il Pentagono avrebbe voluto incastrarlo?
Era ben consapevole che accusando il Pentagono, avrebbe avuto l'appoggio dell'intera (o quasi) comunità di internet e ha colto l'occasione.
Sono anche propenso a pensare che le due donne abbiano intravisto la possibilità di guadagnare un bel gruzzoletto sollevando questo polverone e non si siano lasciate sfuggire l'occasione.
Insomma, Assange, la mia impressione è che stavolta l'hai fatta proprio "fuori dal vaso"...

Intanto tanta bella pubblicità per Wikileaks....

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