Repubblica, così come Corriere, ha pubblicato un articolo dove si menziona che una nave da crociera della compagnia Royal Caribbean Cruise è arrivata al porto Labadie Beach, un villaggio turistico di sua proprietà in una delle baie più belle di Haiti, a soli 100 chilometri da dove si è scatenata la tragedia del terremoto.
http://www.repubblica.it/esteri/2010/01/19/news/haiti_crociera-2000474/
http://www.corriere.it/esteri/10_gennaio_18/haiti_nave_crociera_ketty_areddia_c7cfbf6a-0422-11df-9eeb-00144f02aabe.shtml
http://www.corriere.it/esteri/10_gennaio_19/comunicato_royal_caribbean_ad9ff1d0-0532-11df-aece-00144f02aabe.shtml
http://www.corriere.it/esteri/10_gennaio_19/lettera-ufficiale-nave-crociera-indipendence-seas-haiti_35ea7d86-04dd-11df-aece-00144f02aabe.shtml
I due articolo sono sulla stessa lunghezza d'onda: si chiedono come sia possibile che ci siano persone che sorseggiano cocktail o che organizzano barbecue in spiaggia quando a 100 km di distanza le persone muoiono di stenti a causa del terremoto.
Bisogna fare una premessa: la crociera è una vacanza sicuramente non economica, le navi sono spesse volte sfarzose fino all'eccesso ed il lusso è all'ordine del giorno.
Ad ogni ora è possibile consumare bibite e spuntini.
Potete immaginare qundi la quantità di cibo che viene gettata via.
Le persone che partecipano a questo tipo di vacanza (ed io sono uno di quelli, lo ammetto) dovrebbero almeno esimersi dal fare commenti come quelli che sono stati riportati da Repubblica.
Ecco cosa dice il quotidiano online:
"Un passeggero si è detto "disgustato" dalla decisione di scendere a terra. Un altro commenta sul sito Cruise Critic (Critici della Crociere): "Non mi posso vedere che prendo il sole sulla spiaggia mentre decine di migliaia di cadaveri vengono ammassati lungo le strade."
Ma non è finita. Guardate come prosegue l'articolo:
"Era già difficile fare un picnic a Labadie prima del terremoto, sapendo che gli haitiani muoiono di stenti, ora non riesco a immaginare come sia possibile ingozzarsi di hamburger davanti a quello che è successo".
Ammettendo che sia vera questa dichiarazione del passeggero, la domanda sorge spontanea: ma cosa ci sei andato a fare sulla nave da crociera? Qualcuno ti ha puntato la pistola alla tempia? Non sapevi qual'era il tragitto della nave?
Mi sembra una dichiarazione, nel migliore delle ipotesi, ridicola.
Senza contare che i tragitti delle navi da crociera che toccano posti poveri, non fanno altro che portare soldi alle persone del posto. Fanno girare la seppur povera economia locale. Ma questo ovviamente ha poca importanza. L'importante è fare notizia sbattendo in prima pagina la frase:"In vacanza tra i cadaveri."
Che poi, cosa dovevano fare? Cambiare itinerario? Le persone disgustate potevano forse essere d'accordo, ma le persone che comunque volevano vedere le spiaggie di Haiti? E' nel loro diritto e hanno pagato per quello.
Le persone che non se la sentono possono stare sulla nave, trecento metri più distante rispetto a quelli scesi alla spiaggia, magari facendosi fare un massaggio da 200 dollari o magari consumando un pasto negli infiniti buffet di cui sono provvisti le navi. Per poi accorgersi che hai consumato un quarto di ciò che ti sei messo nel piatto.
Corriere almeno ha fatto una sorta di ammenda, pubblicando una risposta della compagnia e anche una lettera inviata al Corriere stesso da un ufficiale a bordo della nave per chiarire come stanno le cose e per specificare che la nave stessa ha provveduto a consegnare viveri agli haitiani.
Repubblica invece non si è mossa di un millimetro.
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